RASSEGNA STAMPA

La Repubblica - L´ex ministro della Giustizia: "A Bolzaneto parlai con un fermato e non mi disse nulla"

Genova, 20 marzo 2008

Castelli: "Episodi isolati da punire ma né torture né pestaggi organizzati"
Pure i metalmeccanici stanno in piedi 8 ore al giorno e non si sentono umiliati
La storia italiana è piena di pm che sostengono tesi rivelatesi fasulle

LIANA MILELLA

ROMA - Veltroni? «Sono d´accordo con lui, scopriamo se ci sono state responsabilità politiche, ma facciamolo a 360 gradi e vediamo pure se a Genova qualcuno ha scatenato i manifestanti visto che la città è stata messa a ferro e a fuoco». Il leghista Roberto Castelli, Guardasigilli fresco di nomina ai tempi delle torture di Bolzaneto, contesta i pm che avrebbero sposato «la tesi dello Stato-spectre che sospende i diritti e colpisce cittadini inerti». Per lui ci furono «solo episodi isolati frenati dagli stessi colleghi». Comunque «da condannare e punire».
Come giudica la requisitoria dei pm di Genova?
«C´è un equivoco di fondo. Su Bolzaneto si scontrano due tesi: nella prima c´è il black out della democrazia e l´Italia trasformata nel Cile di Pinochet; nella seconda, in cui credo e che corrisponde a risultati della commissione d´inchiesta del Dap, la stragrande maggioranza della polizia penitenziaria ha fatto il suo dovere, ma ci sono stati singoli abusi
repressi dai presenti».
Non è una tesi minimalista?
«E perché? Dico che un abuso c´è stato. Ma leggendo alcune frasi dei pm si capisce che in loro c´è la missione salvifica per far trionfare lo stato dei diritti. Questo li ha portati fuori strada perché confondono singoli episodi e li interpretano come il frutto di un disegno preordinato non si sa chi. Con una contraddizione: perché non hanno chiamato in giudizio i
responsabili del Dap? Perché sono i primi a non crederci».
Invece di criticare i violenti attacca i pm?
«La storia italiana è piena di pm che sostengono tesi rivelatesi fasulle. Il loro non è oro colato. Vedremo quanto reggerà nel dibattimento».
A Bolzaneto non furono sospesi i diritti umani?
«Lo nego. Alcuni fatti sono stati equivocati dagli imputati. Come la perquisizione corporale che è prevista dal regolamento. Chi denuncia le flessioni non sa che è solo un sistema tecnico per evitare ricerche più intrusive. Non c´è umiliazione per puro sadismo».
Chi mise gli arrestati nella posizione del cigno applicava la legge?
«Neanche a me sembrò normale e chiesi perché venisse fatto. Mi fu data una risposta strana, per evitare che i ragazzi toccassero le ragazze. Rimasi perplesso. Dalla commissione emerse che fu necessario per separare gli immatricolati dagli altri. Deciderà il giudice se stare in piedi quattro ore vuol dire sospendere i diritti».
Per lei è normale?
«I metalmeccanici stanno in piedi otto ore al giorno e non si sentono umiliati e offesi. Immatricolazioni e identificazioni si sono protratte oltre il tempo normale. Non fu anomalo in una notte come quella».
Perché si precipitò a Genova? Vide gli abusi? A caldo negò pestaggi «sistematici e preordinati».
«E li nego tuttora. Ero a casa e seppi dell´assalto a Marassi. Ritenni mio dovere stare vicino ai miei uomini. Non ero solo. La visita a Bolzaneto fu decisa al momento. Parlai con un fermato, ma non mi disse nulla. Tuttora mi chiedo perché i pm non mi abbiano mai chiamato. Non è strano? Comunque dopo il G8 ci furono lettere di complimenti per la penitenziaria come quella di un funzionario Usa».
Gli Usa fatto testo?
«E l´ex pg Marvulli che ringraziò tutti "per il comportamento ineccepibile"? E il capo dei gip Coppello che fece lo stesso? Siamo stati tutti ciechi o la sospensione dei diritti non c´è stata?».
Contesta la tortura organizzata?
«Non sono Dio e non posso negare a prescindere. Ma vedo singoli episodi da punire e perseguire».
Donne tenute nude, gente costretta a gridare "viva il duce"...
«Fatti gravissimi, ma singoli».
E la testimonianza di un agente pentito?
«Gli episodi sono sempre gli stessi: dita divaricate, il piercing strappato, la ragazza fatta uscire in slip e reggiseno in corridoio, quello obbligato a cantare Faccetta nera. Raddoppiamo pure i casi, ma non superiamo la decina. Tre giorni di emergenza, qualche singolo che perde la testa e va punito. Il resto sono palle giornalistiche».
Perché, da ministro, non ha cacciato quei singoli?
«Prima di rovinare la vita di qualcuno bisogna aspettare i risultati del processo. Sono convinto che emergerà la verità».
Di chi è la colpa se in Italia non c´è il reato di tortura?
«Del legislatore di sinistra che ha presentato un testo inaccettabile, in cui si parlava di torture di natura psicologica, per cui io potrei accusare di tortura Prodi visto che ogni volta che lo vedo mi sento male».
Se il Pdl vince, metterà il reato nel codice?
«C´è un obbligo internazionale, ma ci vuole un testo equilibrato».
Prescrizione e indulto. È giusto che tutto sia cancellato?
«E lo dice a me che ho votato contro lo sconto di pena? Con la Cirielli i reati gravi non si prescrivono. Se Bolzaneto è stato il "garage Olimpo" perché hanno contestato reati prescrivibili in sette anni? La verità è che ci sono clamorosi buchi di natura logica».